mercoledì 9 luglio 2008

In Viaggio per Bujumbura


E' appena l'alba quando lasciamo l'Italia per imbarcarci sul primo volo per Brusselles, città dalla quale inizierà il nostro viaggio verso la capitale del Burundi. Nell'aereo si respira l'aria di festa delle famiglie che rientrano a casa per le vacanze: sono tanti gli africani che vivono in Europa ma non hanno dimenticato la loro terra. Tra i sorrisi dei bambini che giocano nei corridoi dell'aereo per ingannare l'attesa dell'arrivo, si scorgono sguardi intensi con tanta voglia di raccontare la propria storia...e noi siamo prontissime ad ascoltarli. Accanto a noi si siedono due donne, due storie diverse ma un passato difficile in comune:la guerra.
La prima donna con cui parliamo si chiama Mianda, è congolese e vive in Francia da 5 anni come rifugiata. Con le lacrime agli occhi ci dice che vorrebbe tornare a casa non solo per le vacanze, vorrebbe che la guerra finisse e vorrebbe aiutare la sua gente a ricostruire il proprio paese martoriato. Le raccontiamo del nostro progetto e lei si entusiasma...resteremo in contatto per farle conoscere gli sviluppi della nostra missione e darle magari la possibilità di partecipare alla costruzione della pace in Congo (dice che si creerà un account e-mail apposta per scriverci).
Al rientro troveremo una sua mail: “Chères Mesdames Anna Laura et Lilia Infelise, Je viens de me reposer un peu et saisi cette occasion pour vous remercier de l’entretien eu lors de notre voyage ensemble de Paris à Entebbe. Comment allez vous? Et votre séjour à Bujumbura? Je suis Madame Kongolo Régine de la RDCongo, très intéressée à tout projet de la renaissance africaine. Je souhaite être mise au courant de toutes vos activités dans la région des Grands Lacs. Ainsi, je vous souhaite bon séjour au Burundi. Mme Kongolo Régine”.
L'altra donna si chiama Gaudence, è un'insegnante che ha vinto un dottorato in una Università europea, ma vorrebbe ritornare nel suo Burundi, per insegnare e costruire il nuovo capitale umano: perchè è questa la chiave per far partire la ricostruzione economica e sociale del suo Paese. Ci mostra con forza le sue convinzioni sull'importanza che la formazione, da quella primaria a quella universitaria, ha per la crescita di un paese. Senza una popolazione istruita non c'è sviluppo e senza una classe dirigente con adeguate competenze non esiste alcuna possibilità di trasformare lo sviluppo in una crescita durevole.
Scendiamo dall'aereo e ci accoglie Déo Gratias Nkinahamira; è venuto insieme ad un caro amico, il Ministro della Giustizia, incontrato l’anno precedente, quando venne in qualità di Capo di Gabinetto aggiunto del Presidente della Repubblica, alla 28° edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli di Rimini. Entriamo in una sala d’attesa accogliente e ci presentano il parlamentare che ci accompagnerà nella visita alle comunità della provincia di Muramvya, Oscar Ndizeye; all’uscita apprezziamo la bella architettura dell’aeroporto, opera di costruttori italiani, il servizio è efficiente e ben organizzato.
In lontananza scorgiamo le luci della città: Bujumbura si trova in una posizione estremamente affascinante, a 750m di altitudine, tra il lago Tanganyika e le vicine colline.

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